politica spettacolo

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Per una nuova politica del cucĂą?

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Sabato 14 gennaio 2012, prima udienza del Presidente del Consiglio Mario Monti con Papa Benedetto XVI. Tutti gli organi d’informazione giudicano positivi gli esiti del meeting rituale, e concentrano la loro attenzione appunto sugli aspetto maggiormente “di rito”: laRepubblica.it pubblica la fotonotizia dal titolo “Vaticano, niente inchino per Monti”, il Tg1 fa la conta di quanti, tra il Premer e i componenti del suo seguito, abbiano effettuato l’inchino o il bacio dell’anello (Moavero Milanesi), e quanti abbiano cercato ostentatamente una “terza via” tra la riverenza e la più audace postura rigidamente ritta (Terzi di Sant’Agata e Catricalà).


Cortina, se il Pdl stigmatizza la spettacolarizzazionedi un evento

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Il caso Berlusconi,in Italia, è emblematicodi quanto la politica odierna sia media-dipendente. L’ex presidente del Consiglio ha introdotto nel Belpaese la “mediatizzazione della res publica”, evoluzione della spettacolarizzazione della politicache nel nostro Paese “è cominciata negli anni ‘60 e ‘70” e, nel suo sviluppo “anomalo” ha contribuito, in modo decisivo, al “declino della videocrazia” (Ruggiero, 2011). Tanto che, oggi, quasi spaventa questo apparente silenzio in cui l’ex premier si è rinchiuso, formalmente preso dagli innumerevoli affari giudiziari che lo vedono coinvolto.


Oltre l’incerta postura comunicativa del Professore

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A margine della conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio Mario Monti, quasi tre ore che hanno dominato il palinsesto politico del 29 dicembre, è interessante osservare una fortissima discrasia tra i piani della forma e del contenuto nella comunicazione del secondo Professore prestato alla politica italiana.


Domani è un altro giorno

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Sabato 12 novembre 2011, ore 21.42: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano annuncia di aver ricevuto le dimissioni Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. La folla che riempie la piazza del Quirinale è in festa, sui social network proliferano tweet, aggiornamenti di status, pubblicazioni di immagini e musiche che inneggiano all’addio del premier, i salotti televisivi si affollano ancor di più di esperti chiamati a rileggere gli ultimi diciassette anni di storia italiana alla luce della debacle dell’ultima settimana parlamentare.


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