Di seguito vengono illustrati i primi risultati ottenuti dalla ricerca svolta dal gruppo Offerta dell’osservatorio Mediamonitor Politica sulle ultime elezioni regionali svoltesi nel Lazio. I dati sono naturalmente ancora in corso di elaborazione e andranno completati con i risultati ottenuti dal gruppo Ricezione, che ha analizzato la campagna elettorale dalla parte dei cittadini.
Nel campo degli studi sulla comunicazione politica, da diversi anni è riconosciuta la diffusione e la felice applicazione del sistema metaforico medico al linguaggio politico (Rigotti, 1992).
Un caso di studio di grande interesse nel panorama italiano è, ancora una volta, Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha consolidato, campagna dopo campagna, la sua capacità di (im)porsi nell’immaginario collettivo quale medico di sempre maggior esperienza, in grado, lui solo, di proporre la ricetta giusta per il benessere del paese.
Con due settimane di anticipo sul calendario italiano anche i francesi vanno alle urne per rinnovare i consigli regionali. Il 14 e 21 marzo prossimi si vota nelle 22 regioni metropolitane e nei territori d’Oltremare (Guadalupa, Guyana, Martinica, Réunion). Nonostante la dichiarazione di rito « élections régionales, conséquences régionales », rilasciata da Sarkozy per scongiurare in anticipo eventuali contraccolpi sulla maggioranza presidenziale, non si tratterà di uno scrutinio dal significato solo locale.
“Un partito di matti” titola il primo marzo “Il Giornale”, tradizionalmente considerato house organ della componente principale dell’attuale Popolo delle Libertà.
Per le strade del Lazio, già da tempo sotto lo sguardo deciso e pervasivo di una Renata Polverini moltiplicata in centinaia di manifesti “in serie”, è comparso (pericolosamente?) in prossimità dei quaranta giorni di campagna, il volto rilassato e rassicurante di Emma Bonino.
I manifesti del Partito Socialista comparsi in questi giorni nelle strade italiane ratificano l’appoggio a Emma Bonino nella sua corsa a governatrice della Regione Lazio in modo nient’affatto banale: inscrivendone il nome all’interno del circolo che abbraccia il logo del partito.
«Voi siete pazzi!». Così si è sentito dire Massimo D'Alema da alcuni membri del Partito Democratico americano quando ha spiegato loro come funzionavano le primarie del Pd in Italia[1]. Evidentemente avrà pensato la stessa cosa qualche giorno fa al termine delle primarie del centrosinistra in Puglia conclusesi con la vittoria di Nichi Vendola.
Reggio Calabria - La Regione Calabria ha approvato il 6 agosto 2009 una legge che obbliga i partiti che intendono partecipare alle votazioni regionali del 21 marzo 2010, a scegliere il proprio candidato alla Presidenza della Giunta tramite le elezioni Primarie. La legge in questione è la numero 25/2009 “Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione del Presidente della Giunta regionale”. Novità assoluta, quindi, in terra calabrese.