Il centocinquantenario dell’Unità d’Italia rappresenta uno dei rari casi di cerimonia civile e mediale in cui l’elemento commemorativo sembra essere superato da una rivendicazione di identità e perfino di orgoglio di essere italiani. Al centro di questa congiuntura eccezionale, la figura del Presidente della Repubblica, oggetto di riflessioni parallele sulla cultura civica del paese e sulla via italiana alla presidenzializzazione, presentate la prima sulla rivista Comunicazionepuntodoc e la seconda nel corso di uno dei panel del XXV Convengo annuale SISP.
Le tematiche che,ultimamente, rubano le prime pagine di periodici e quotidiani e le scalette dei telegiornali, rimbalzano dagli insistenti riferimenti alla presunta loggia P4, con le trame mai recise del faccendiere Bisignani (Barbacetto, 2011), alla persistenza del sistema delle mazzette come “dovere morale” che travolge sinistra - con Viscardo Paganelli - e destra - si veda il caso dei deputati Pdl Alfonso Papa(arrestato lo scorso 20 luglio, dopo il contestatissimo voto favorevole della Camera) e Marco Milanese (ex consigliere politico del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, per il quale laGiunta per le Autorizzazioni della Camera dovrebbe procedere, tra circa una settimana,all'esame della richiesta d’arresto avanzata a suo carico dai pm napoletani).
Le recenti elezioni amministrative possono essere lette come una cartina di tornasole per monitorare il gradimento nazionale del governo. Ed infatti il risultato a tutti noto mostra una decadenza dell'attuale leadership di centro destra. Dove però questo aggregato politico tiene, forse solo apparentemente per una casualità, è in Calabria. Mentre tutto si muove verso nuovi equilibri maggiormente favorevoli a forze differenti da quelle guidate dall'attuale presidente del Consiglio, nella punta dello Stivale prevalgono quasi ovunque, a livello provinciale, le forze del centro destra. Cerchiamo di comprendere il caso del capoluogo.
Nel 2006 disse che non ci sarebbero stati “così tanti coglioni” da votare Prodi. E perse. Qualche giorno fa, dal salotto di Porta a Porta, ha dichiarato che De Magistris e Pisapia avrebbero perso poiché gli elettori non sarebbero andati in seggio “lasciando a casa il cervello”. E ha perso. Nel 2006 il centrosinistra si stabilì a Montecitorio in un crogiolo di antiberlusconiani. A Napoli e a Milano, senza dimenticare le imprese insperate di Novara, Cagliari e Trieste, si sono imposti dei candidati sicuramente diversi da quelli a cui sono abituati gli italiani. E, per questo, sono stati entrambi definiti, estremisti e populisti.
Il vero terzo polo è il MoVimento “5 stelle” di Beppe Grillo. È questa una delle interpretazioni più ricorrenti sulla stampa quotidiana all’indomani delle elezioni amministrative.
Apre così Il Fatto quotidiano, con un articolo di Fabrizio d’Esposito, che sottolinea come l’affermazione principale di Grillo avvenga proprio a Bologna, città natale di Fini e Casini, leader di quel terzo polo che esce dalle urne più traballante che mai.
In poche ore l’attenzione del pubblico francese si è spostata dai gossip sull’ipotetica “gravidanza elettorale” della première dame Carla Bruni alla cronaca dell’arresto per tentato stupro del direttore generale del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn. In attesa che i contorni giudiziari della vicenda trovino una definizione più nitida, le reazioni delle prime ore testimoniano lo stato di choc e caos del mondo politico transalpino.
Giovedì 28 aprile si è tenuto presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione, un seminario dal titolo “Le rivoluzioni di Internet? Il ruolo dei nuovi media nella primavera araba”. Le rivolte che hanno infuocato il Maghreb (e non solo) sono state spesso definite “le rivolte di Facebook”, sottolineando in questo modo il ruolo svolto dalle tecnologie 2.0 nella loro organizzazione. Su questa interpretazione si è aperto un ampio dibattito tra entusiasti e scettici riguardo all’apporto dato dai social network alla partecipazione politica (riportato, ad esempio, dall’autorevole rivista Foreign Affairs).
Tra poche settimane molti comuni d'Italia andranno alle urne per rinnovare le proprie amministrazioni. Un appuntamento molto atteso dalla cittadinanza come dai partiti per verificare la popolarità del personale politico "uscente" o constatare l'emergere di facce nuove. Il caso della città di Latina presenta diversi spunti di riflessione.
Da qualche mese a questa parte, i media e i giudici milanesi vivono un periodo di superlavoro, atto a documentare le serate di Silvio Berlusconi nelle sue dimore: Palazzo Grazioli, Villa San Martino, ma anche Villa Certosa, sono diventati luoghi di estremo interesse per capire chi frequentasse le “cene tra persone per bene” nelle case del Premier.
“Silvio è di una bontà, di una generosità... io penso che tutti lo dicono. È forse unico. Non si vedrà mai una fotografia di Silvio che è in giro, con le donne o altro”. A parlare è Rosa Bossi Berlusconi, madre del protagonista del lungometraggio Silvio Forever e causa della censura Rai per il trailer ufficiale della pellicola che recita: “Lo spot della Lucky Red sul film ‘Silvio Forever’ è stato giudicato ‘inopportuno’ dalle strutture Rai preposte, nella parte in cui riproduce una dichiarazione di una persona scomparsa, piegandone immagini e parole a fini satirici.