Il Conte Bis nei telegiornali della sera: un momento di disinfiammazione televisiva

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Le settimane comprese tra il 14 e il 20 e tra il 21 e il 27 ottobre segnano anzitutto un calo generalizzato dell’attenzione verso i maggiori partiti di governo e di opposizione.

Nel confronto tra le due settimane di rilevazione, le menzioni riservate a tutti i partiti sono contraddistinte da un segno negativo. Un calo che risulta contenuto per i partiti di governo: il PD risulterebbe sostanzialmente stabile se non fosse per un netto calo di citazioni entro il TgLa7, e la stessa testata concede un numero di menzioni al MoVimento 5 Stelle di quasi quattro volte inferiore nella settimana tra il 21 e il 27 rispetto a quella compresa tra il 14 e il 20 ottobre; a mantenere a galla il MoVimento contribuisce però una maggiore attenzione di Tg1 e Tg5 (quest’ultima testata arriva quasi a raddoppiare le menzioni). Stessa sorte, nel quadro dell’opposizione, tocca solo a Forza Italia, che praticamente sparisce dal radar del TgLa7 e vede quasi dimezzata l’attenzione del Tg2, ma “recupera” grazie all’incremento di menzioni negli “house organ”: Tg5 e soprattutto Studio Aperto, che tra le due settimane di rilevazione raddoppia la copertura dedicata al partito del Cavaliere. Più sensibile il decremento della Lega, ancora una volta imputabile in primo luogo al TgLa7; e ancora una volta, a mantenere alte le citazioni del partito di Salvini sono le reti Mediaset, con particolare riferimento al Tg5, che quasi triplica la copertura tra le due settimane di rilevazione.

Interessante il caso Italia Viva: la formazione di Renzi ottiene, nella settimana tra il 21 e il 27 ottobre, complessivamente la metà dell’attenzione dedicata nei TG del primetime tra il 14 e il 20 ottobre. Il trattamento riservato dal TgLa7 al PD non è paragonabile al vero e proprio tracollo di citazioni destinate alla formazione renziana, che è però imputabile in primo luogo alla collocazione della decima edizione della “Leopolda”, che, avendo luogo tra il 18 e il 20 ottobre, giustifica l’aumento di attenzione nella prima delle settimane considerate e la netta disinfiammazione nella seconda. Si tratta di un trend da seguire con una certa attenzione, per comprendere se il peso mediatico del partito di Renzi corrisponda anche in un periodo “feriale” a quella di una delle maggiori forze politiche del panorama italiano contemporanea o meno.

Forse in funzione della scarsa copertura di cui gode in termini assoluti, il partito di Giorgia Meloni soffre meno degli altri del decremento di attenzione dei TG del primetime, con una diminuzione molto contenuta, dovuta ancora una volta alla decrescita delle citazioni nel TgLa7, e da una lieve riduzione di copertura da parte del Tg4, compensata da un aumento molto netto delle citazioni ravvisabili nel Tg5.

 

Venendo alle menzioni dei maggiori leader nelle due settimane considerate, è interessante notare come la differenza tra il loro andamento e quello relativo ai partiti di riferimento dimostra una piccola e generalizzata tendenza alla de-leaderizzazione, che si esprime come di consueto nel PD (alle menzioni al Segretario Zingaretti si affiancano quelle anzitutto quelle al Ministro Franceschini, chiamato in causa dal palco della Leopolda) ma anche in Italia Viva (alle citazioni che chiamano in causa il leader Renzi si alternano anzitutto quelle che riguardano l’economista Luigi Marattin, non a caso attivo sul tema dominante in entrambe le settimane, tasse e pensioni). Il quadro del centrodestra sembra tutt’ora leader-centrico, anche se “cede” terreno Berlusconi rispetto alle menzioni al suo partito, che chiamano in causa anzitutto la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini, prevalentemente in relazione all’organizzazione del dissenso in aula verso la Commissione Segre.

 

Il fronte social della ricerca registra anzitutto un calo dell’attenzione ancor più netto della già citata “disinfiammazione” televisiva. Se, infatti, nella prima delle settimane considerate per quest’analisi i contenuti social rilevati nei servizi dedicati alla politica nazionale rimangono stabili rispetto alla settimana precedente (35 rilevati tra il 14 e il 20 ottobre contro i 36 rilevati tra il 7 e il 13 ottobre), nella seconda settimana considerata è possibile registrare un vero e proprio crollo, con appena 20 contenuti social rilevati. Le settimane a venire ci diranno se sia possibile parlare di un vero e proprio trend negativo (anche considerando il picco di 70 contenuti social registrati nella settimana compresa tra il 30 settembre e il 6 ottobre) o solo di una momentanea flessione.

Considerando che questa riduzione così netta falsa in parte il confronto tra le due settimane considerate, si può comunque notare, in quella compresa tra il 21 e il 27 ottobre, un interessante incremento nell’importanza di Twitter rispetto al rivale Facebook – che mantiene certamente la palma di social più utilizzato come fonte giornalistica, e, pur nella settimana di minor impatto in termini assoluti, registra un utilizzo massiccio dell’ormai caratterizzante formato video.

 

Sempre considerando il radicale mutamento dei numeri assoluti che sottostanno alle percentuali presentate, la “paternità” dei contenuti social registrati nei servizi restituisce, per la settimana compresa tra il 21 e il 27 ottobre, una curiosa inversione nella rilevanza attribuita ai contenuti prodotti da Berlusconi e Zingaretti, entrambi oggetto di una rilevante “sovraesposizione”, di contro al sottodimensionamento dei contenuti prodotti da Luigi Di Maio, che risultano un terzo di quelli rilevabili nella settimana tra il 14 e il 20 ottobre.

Proprio allo scopo di approfondire dati di questo tipo, la ricerca si è arricchita di un monitoraggio della produzione social del maggiori leader della scena politica nazionale, con specifico riferimento alla produzione postata da Di Maio, Zingaretti, Renzi, Salvini, Berlusconi, Meloni, e dal Presidente del Consiglio Conte, sulle proprie pagine Facebook e Twitter.

Anche se il dato non consente ancora una comparazione (la rilevazione, partita con ritardo rispetto alla ricerca complessiva sulla copertura del Conte Bis, riguarda per ora la sola settimana compresa tra il 21 e il 27 ottobre) è interessante notare come il territorio social rappresenti un luogo di notevolissimo ampliamento della visibilità potenziale delle forze più estreme dell’opposizione di centrodestra. La superproduzione di Salvini giustifica l’importanza del comparto delle citazioni social che lo riguarda, ma il bacino dal quale sarebbe possibile trarre materiali social riguardanti Giorgia Meloni è decisamente ampio rispetto alle possibilità di copertura offerte nei TG del primetime. Allo stesso tempo, la produzione di Zingaretti non giustifica, specie in confronto con quella di Renzi e Di Maio, un così ampio utilizzo dei contenuti social per la copertura del Segretario del PD. Forse, nelle logiche redazionali, a fronte di una equivalenza percepita tra la dichiarazione rilasciata davanti alle telecamere e quella (testuale, fotografica o video) affidata a Facebook e Twitter, il sovradimensionamento dei contenuti tratti dalle pagine di Zingaretti rappresenta un modo per “normalizzare” una situazione altrimenti sbilanciata che potrebbe, ormai con una certa frequenza, venirsi a creare con riferimento alle fonti più tradizionali di “soundbites”.
 

Christian Ruggiero