Referendum 2016, quarta settimana: niente di nuovo sul fronte occidentale

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La cifra comunicativa di questa tornata referendaria non fa che confermarsi, compreso il media event che, anche questa settimana, distoglie per qualche tempo l’attenzione dei tg dal tema Referendum. Da una parte, un fronte del Sì compatto soprattutto nella gestione dei tempi di parola; dall’altra, una coalizione del No che raccoglie tempi antenna complessivamente maggiori ma che deve al tempo stesso scontare l’effetto “armata Brancaleone”.

 

Salvo che per la sera di lunedì 7 novembre, e lasciando fuori dall’analisi i pochissimi secondi dedicati al Referendum mercoledì 8 novembre, quando le scalette dei telegiornali sono ovviamente state dominate dai risultati delle elezioni negli Stati Uniti d’America, il tempo antenna favorisce sempre il No.

È così martedì 8 (417 secondi per il No contro 327 per il Sì), giovedì 10 (418 secondi per il No contro 372 per il Sì), venerdì 11 (396 secondi per il No contro 352 per il Sì), sabato 12 (914 secondi per il No contro 761 per il Sì), domenica 13 (639 secondi per il No contro 468 per il Sì).

 

Non così la percentuale di tempo parola sul tempo antenna: il 29,7% per il No contro il 31,2% per il Sì lunedì 7, il 24,5% per il No contro il 48,6% per il Sì martedì 8, il 26,5% per il No contro il 33,1% per il Sì giovedì 10, il 12,4% per il No contro il 14,5% per il Sì venerdì 10, il 34,5% per il No contro il 45,6% per il Sì sabato 11, il 24,6% per il No contro il 45,1% per il Sì domenica 12.

 

Dati ancor più interessanti riguardano i protagonisti di questo tempo parola: i 114 secondi di lunedì 7 sono interamente per il Presidente del Consiglio, con la sola eccezione di 13 secondi dedicati a Fabrizio Cicchitto; stessa sorte per i 159 secondi di martedì 8, esclusi 18 secondi per Finocchiaro e 10 per Romano. Fa eccezione giovedì 10: dei 123 secondi di tempo parola, la stragrande maggioranza (80 secondi) sono per Maurizio Lupi. Il trend riprende timidamente venerdì 11: dei pochissimi secondi di tempo parola per il Sì (appena 51), 35 sono per Maria Elena Boschi e 16 per Paolo Romani. Si rafforza sabato 12: su 347 secondi di tempo parola, 136 sono per Renzi e Boschi. Si perfeziona domenica 13, quando, ancora una volta, quasi tutto il tempo parola (197 secondi su 211) sono per Matteo Renzi, “affiancato” solo da Sandro Gozi con 14 secondi ti tempo parola.

 

Sul fronte opposto, nessun soggetto riesce a “monopolizzare” più di metà del tempo del No: martedì 8 183 secondi su 417 di tempo antenna, e 31 su 102 di tempo parola, sono per il MoVimento 5 Stelle, e segnatamente per Luigi Di Maio. Sabato 12 è la Lega a conquistare 347 secondi su 914 di tempo notizia (spesso “in comune” con le altre forze politiche della “strana coalizione”), compresi 114 secondi su 315 di tempo parola per Matteo Salvini. Le due forze politiche trovano un equilibrio quasi perfetto sul tempo parola nella serata di domenica 13, con 71 e 72 secondi rispettivamente per Di Maio e Salvini, ma si distanziano nel tempo notizia (229 secondi per il M5S contro i 186 per la Lega). Nessun altro episodio di “concentrazione comunicativa” appare rilevante.

 

di Christian Ruggiero