Nella seconda settimana di rilevazione, l’Osservatorio Mediamonitor Politica registra una minore divergenza tra i secondi dedicati alle ragioni del Sì (1.746) e quelli dedicati alle ragioni del No (1.674). Questa sostanziale “par condicio”, con un vantaggio abbastanza lieve per il Sì, ha però luogo in una settimana abbastanza peculiare.
Anzitutto, il terremoto: le nuove scosse che hanno riaperto le ferite ancora aperte del Centro Italia hanno sensibilmente ridotto la copertura di ogni altro tema (Referendum compreso) nelle serate di mercoledì 26, giovedì 27 e soprattutto domenica 30 ottobre. In tutti e tre i giorni, le reti Mediaset e le due AllNews considerate (RaiNews24 e SkyTg24) hanno completamente espunto il tema Referendum dalle loro scalette, fino ad arrivare al black-out quasi totale di domenica 30 (84 secondi concentrati esclusivamente sul Tg3). Per quel che riguarda le due date infrasettimanali, i secondi dedicati da Tg1, Tg2, Tg3 e TgLa7 sono stati fortemente sbilanciati per il Sì (291 secondi contro i 120 per il No) nella serata di mercoledì, complice l’endorsement dell’ex Presidente Napolitano, che da solo conta 102 secondi di tempo notizia. Sostanzialmente equilibrata la copertura del giovedì sera: 128 secondi per il Sì, 143 per il No, in ambo i casi con poco tempo di parola (29 secondi per il No, e 26 per il Sì).
In secondo luogo, gli scarsi risultati della strategia del governo così come sembra essersi delineata, con la concentrazione dei tempi, soprattutto di parola, sul Presidente del Consiglio Renzi e sul Ministro per le Riforme Costituzionali Boschi. Una strategia che tiene in pieno solo nella giornata di sabato 29: il Sì registra complessivamente meno secondi del No (723 a 815), ma mentre questi ultimi sono come sempre divisi tra le molte anime contrarie alla riforma costituzionale (Di Maio, Salvini e Maroni, Gelmini, Fassina), il fronte governativo è dominato dal duo Renzi-Boschi, che da soli coprono 679 secondi sui 723 di tempo antenna, e fanno en plein del tempo parola per il Sì (288 secondi).
Ben diversa, però, la situazione dei restanti tre giorni. Lunedì 24 ottobre Renzi concede una lunga intervista al Tg5, ma è difficile rilevare prese di posizioni esplicitamente riferite al Referendum; dei 116 secondi dedicati al Sì (contro i 147 del No), dunque, il grosso è raccolto da Emanuele Fiano, che risponde a Cinque Stelle e Sinistra Italia circa il taglio degli stipendi dei parlamentari (51 secondi). Martedì 25 e venerdì 28 ottobre è Ettore Rosato a conquistare il podio del tempo antenna e del tempo parola. In un caso, in maniera quasi plateale, totalizzando 90 secondi (di cui 81 di tempo parola) su 192 complessivi (contro i 110 per il No), con la sua lunga dichiarazione alla Camera, ancora in risposta ai Cinque Stelle per la vexata quaestio degli stipendi parlamentari. Nell’altro, in modo più simbolico, contando 20 secondi di tempo parola contro i 19 della Boschi (su un totale di 241 per il Sì, contro i 310 per il No).
Sotto il cielo della competizione referendaria la confusione sembra ancora essere grande. Permangono da un parte una chiara strategia del Sì volta a realizzare una campagna con due testimonial forti e ben riconoscibili, che però si scontra con le diverse necessità, per il Presidente del Consiglio, di “risparmiarsi” sul fronte referendario. Dall’altra, la coalizione del No rimane ampia e rappresentata, in ordine decrescente, da M5S, Lega, Forza Italia e, fanalino di coda, dalle forze della sinistra in opposizione al Segretario del Pd. Per gli analisti, la situazione è senza dubbio eccellente.