Primi dati dell’Osservatorio Tg: uno spettro si aggira per le reti tv…

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I primi dati dell’Osservatorio Mediamonitor Politica relativi alla ricerca sul pluralismo informativo nei telegiornali della sera fotografano una realtà interessante e per certi versi imprevedibile, un trend che, qualora permanesse nei 45 giorni di campagna, costituirebbe un elemento di riflessione importante per studiosi e osservatori di comunicazione politica. Il tempo dedicato al No è, in termini assoluti, molto maggiore di quello dedicato al Sì (648 secondi a 321). Ma è nella composizione di questi tempi che sta la vera sfida del Referendum.

 

Complessivamente, i telegiornali serali di lunedì 17 ottobre hanno dedicato 648 secondi al No. Di questi, solo 97 secondi sono catalogabili come “tempo di parola”, lasciato cioè alla viva voce dell’esponente governativo, del politico o del personaggio noto.

Molto più equilibrata la distribuzione dei tempi per il Sì: su 321 secondi totali, 172 sono di tempo parola e 149 di tempo notizia, ossia resoconti dello speaker o dell’autore del servizio che riprende, riporta o riassume le diverse posizioni.

 

Quel che è ancora più interessante, però, è vedere chi siano i protagonisti di questi tempi di notizia e di parola. In entrambi i casi, è possibile rilevare dei soggetti politici, istituzionali o comunque pubblici che sorreggono la notizia (in quanto citati dal giornalista o dall’autore del servizio, se non in quanto protagonisti di una vera e propria presa di parola). A questo livello d’analisi, il fronte del Sì risulta estremamente compatto: il Presidente del Consiglio Matteo Renzi viene solo citato, e per un tempo abbastanza ridotto, mentre sono protagonisti della serata il membro della Segreteria PD Ernesto Carbone (28 secondi di tempo parola tra Tg5 e TgLa7) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti (30 secondi di tempo parola tra Tg2 e Tg3). Il fronte del No, invece, risulta non solo composito, ma squilibrato al suo interno in quanto a copertura delle singole “anime”. Sono stati rilevati 410 secondi complessivamente dedicati a Beppe Grillo e Luigi Di Maio (più 88 secondi dedicati alle posizioni del MoVimento 5 Stelle e di Silvio Berlusconi a confronto, per il solo Tg1), a fronte di 98 secondi dedicati a Bersani, Cuperlo e D'Alema.

 

In fase di messa a punto dello strumento di rilevazione, una copertura maggiore, e maggiormente eterogenea, nel No era già stata osservata, protagoniste le alte cariche della Lega (Salvini, Maroni, Toti, Zaia). Se sembra allontanarsi il timore di una sovraesposizione del fronte del Sì per il forte investimento del Governo Renzi in questa campagna referendaria, ora un altro spettro si aggira per le reti tv: quello di una rappresentazione sbilanciata per il No, tale da configurare tuttavia un “fronte” la cui immagine complessiva potrebbe aumentare, piuttosto che attenuare, l’indecisione e forse perfino la diserzione delle urne.

 

di Christian Ruggiero