Un’analisi frame per frame dello spot di Mario Monti (anticipata a Formiche.net) “dice” molto della campagna elettorale del Professore. Soprattutto nella scelta delle immagini da “giustapporre” al parlato: se sul primo versante Monti non sembra fare un particolare sforzo per modulare il proprio tono di voce in funzione di un contesto che richiederebbe forse una maggiore enfasi, la scelta iconografica rivela diverse mosse positive. E una grossa contraddizione.
Parlato | Immagini |
Saliamo in politica per dare un futuro ai nostri figli e nipoti. |
Monti attorniato da giovani, in uno spazio aperto. Monti casalingo, gioca con due dei nipotini sdraiato in terra accanto al divano, mentre la moglie Elsa sta sulla poltrona di fronte tenendo in braccio il terzo.Giovani in piazza presumibilmente nel corso di una protesta. |
Con venti anni di promesse tradite e di malaffare la vecchia politica ha messo in pericolo l’Italia. |
Spazzatura, scatoloni che ricordano le urne mal smaltite. Grafico in discesa, stile Piazza Affari. |
Mi hanno chiamato per prendere le decisioni che loro non avevano il coraggio di prendere. |
Giuramento davanti al Presidente Napolitano. |
Assieme a voi abbiamo salvato l’Italia a testa alta. |
Operaio al lavoro. Scorcio di un porticato. Fornai al lavoro. |
Se facciamo tornare la vecchia politica. |
Panoramica dell’aula del Parlamento. |
Tutti i sacrifici fatti saranno sprecati. |
Salumiere al lavoro. |
Invece è grazie a quei sacrifici che possiamo ora puntare alla crescita, al lavoro soprattutto per chi è rimasto indietro. |
Monti alla sua scrivania. Commessa al lavoro. Interno supermercato. |
Abbiamo un piano Riforme radicali contro gli sprechi e la corruzione. Dimezzeremo i parlamentari Ridurremo le tasse responsabilmente contenendo la spesa pubblica. |
Contro sprechi e corruzione. Taglio dei parlamentari.Meno tasse e meno spesa. |
I vecchi partiti non sono in grado di cambiare l’Italia. Noi insieme possiamo farlo. |
Fila di auto blu. Monti gioca con i tre nipotini. |
Non votare il passato Vota per il nostro futuro. |
Monti attorniato da giovani, in uno spazio aperto. |
La struttura è felicemente circolare: inizia con Monti attorniato di giovani, in un contesto aperto, informale, e si chiude con la medesima immagine. Ma quel che più interessa è l’immagine che segue e precede questa all’inizio e alla fine del video. Un Monti casalingo, che gioca con i nipotini, e che accompagna visivamente le parti più interessanti del suo spot: “dare un futuro ai nostri figli e nipoti” (in apertura) e “Noi insieme possiamo farlo” (in chiusura). Non sono tanto i giovani che attorniano un Professore apparentemente spigliato e sorridente quelli per cui vale la pena di combattere, quelli a cui occorre garantire il futuro. Sono, piuttosto, gli stessi nipotini del Presidente del Consiglio uscente, o i giovani in piazza, pacifici ma determinati, che seguono le inquadrature casalinghe all’inizio dello spot.
La politica entra in scena come il migliore degli antagonisti, a guastare l’equilibrio iniziale della storia. È la vecchia politica, quella che “ha messo in pericolo l’Italia”. Ad accompagnarla, due delle immagini più forti: un cumulo di rifiuti, caratterizzato da scatoloni cubici simili alle urne che talvolta emergono dai cassonetti della nettezza urbana subito dopo il voto; un grafico che mostra una curva in discesa, di un titolo azionario, o meglio delle azioni dell’azienda-Italia. Entrambe queste immagini sono in qualche misura compromettenti per il Professore: la prima, perché rappresenta un attacco troppo duro dal momento che a sferrarlo è un soggetto che non può essere definito un completo outsider della politica, e comunque che non è certamente dotato della vis polemica ad esempio di Beppe Grillo; la seconda, perché richiama alla mente il ruolo di Monti per come è stato dipinto dai suoi detrattori, un uomo della finanza internazionale chiamato a “commissariare” l’Italia come si farebbe con qualsiasi azienda in perdita, insensibile al destino degli italiani/lavoratori e interessato solo a far risalire l’andamento di quel grafico.
L’idea di politica riprende quota nel passaggio successivo, quando a incarnarla è chiamato il Presidente Napolitano, oggetto di una fiducia e di un rispetto molto diverso da quello riservato ai “politici di professione” in quanto tali. Questa immagine positiva si intreccia, fino alla climax in cui emergono sullo schermo i punti del programma della lista Monti, ad una serie di scatti di quella società civile non organizzata, che non entrerà mai in politica, ma che è certamente centrale in termini di voto e di conseguenze del voto sulla vita quotidiana: come in un racconto esemplare, abbiamo operai, fornai, salumieri, commesse al lavoro, mentre la voce pacata del Professore “confessa” i sacrifici a cui ha costretto tutti questi personaggi e rivendica la necessità di non sprecarli.
Prima della chiusa, della seconda inquadratura con i nipotini, ecco una fila di auto blu, a rappresentare “I vecchi partiti”. Ma la grande contraddizione del messaggio montiano sta proprio qui: siamo sicuri che sia così agevole introdurre questa distinzione così brusca tra le vecchia e la nuova politica? Da parte di un uomo che, pur dimostrando plasticamente le sue ragioni per puntare sul futuro, è senza dubbio compromesso con quella politica che vuole superare?
di Christian Ruggiero