“Silvio è di una bontà, di una generosità... io penso che tutti lo dicono. È forse unico. Non si vedrà mai una fotografia di Silvio che è in giro, con le donne o altro”. A parlare è Rosa Bossi Berlusconi, madre del protagonista del lungometraggio Silvio Forever e causa della censura Rai per il trailer ufficiale della pellicola che recita: “Lo spot della Lucky Red sul film ‘Silvio Forever’ è stato giudicato ‘inopportuno’ dalle strutture Rai preposte, nella parte in cui riproduce una dichiarazione di una persona scomparsa, piegandone immagini e parole a fini satirici. La Direzione Affari Legali di Rai, limitatamente ai fotogrammi in questione, non ha potuto peraltro escludere rischi di azioni risarcitorie per offesa alla memoria della defunta (genitrice del presidente del Consiglio, ndr). Nessun rilievo invece per il resto del filmato, che senza tali immagini potrà essere riproposto”. Dopo il caso di Videocracy del 2009, la televisione di Stato ci ricasca e blocca il trailer di un altro film sul premier. Faenza e Macelloni, però, rielaborano il frammento pubblicitario e lo riducono di oltre un minuto. Stavolta, la signora Rosa non compare, anzi non compare quasi nulla. In sottofondo Berlusconi in una delle sue più famose battute autocelebrative ed una scritta bianca sullo sfondo nero: “A causa di problemi tecnici, questo spot andrà in onda in forma ridotta”. La Rai, questa volta, permette la messa in onda del trailer.
Protagonista unico del film, sceneggiato dai giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, è Silvio Berlusconi e la trama è semplicissima: una biografia sull'uomo che domina la scena nazionale dagli anni Ottanta con l'utilizzo delle sue stesse parole. Il copione è lineare e non vi sono effetti speciali. Gli autori del docu-film avrebbero potuto procedere con interviste agli amici e ai nemici del presidente del Consiglio, come è già stato fatto nello statunitense Who is Silvio Berlusconi? e nel francese Sua maestà Silvio Berlusconi. La coppia Rizzo-Stella, invece, punta esclusivamente sui discorsi e sulle interviste di Sua Emittenza, dal momento che, sotto questa prospettiva, il materiale a disposizione resta più che lauto.
Neri Marcorè presta la sua voce al finto Berlusconi e legge alcune righe di Una storia italiana sulla fase infantile ed adolescenziale dell'attuale capo di Governo, mentre sullo schermo si susseguono le foto di repertorio del piccolo studente modello che guadagnava a otto anni, vendendo temi scolastici ai suoi colleghi con la clausola "soddisfatto o rimborsato" e del giovane viveur milanese che, dopo aver ottenuto la maturità classica presso un istituto salesiano, si manteneva gli studi universitari facendo i mestieri più disparati, fino a cantare nei locali francesi per pagarsi gli studi presso la Sorbona di Parigi.
Poi, l’eroe inizia il suo vero viaggio, arrivando ad incarnare re Mida: tutto quel che tocca si trasforma in oro. Come imprenditore edile crea Milano 2 dal nulla e riuscendo a piazzare, contro ogni previsione realistica, i mille appartamenti di Segrate. In dieci anni crea un impero mass mediatico che si concentra principalmente sulle tre reti televisive della Fininvest, e si conquista il soprannome di Sua Emittenza. Ma con i primi grandi successi, arrivano i primi clamorosi intoppi: il tentativo di espandere il dominio dell’etere in Francia con La Cinq, viene frenato da uno Jaques Chiraq che lo definisce "venditore di minestre".
Ecco allora la diversificazione del prodotto: dalle televisioni passa alla sua passione calcistica ed acquista il Milan, col quale, in breve tempo, vince scudetti e coppe, diventando l'idolo della tifoseria rossonera. Infine, il briccone divino, con la sua carica distruttiva e creatrice a un tempo, decide di entrare in politica e lo fa a modo suo, con un martellamento pubblicitario che, dopo la comunicazione ufficiale della sua discesa in campo trasmessa in contemporanea dalle sue reti televisive, continua nelle trasmissioni Fininvest, ad opera di grandi conduttori dell'epoca, come Mike Bongiorno e Raimondo Vianello. Ottenuto il potere, il ventaglio di archetipi che il Cavaliere sceglie di incarnare si allarga, e il più raccontato è certamente quello del Martire, inscritto nella lotta alla sinistra comunista ed alla magistratura incompetente e faziosa. Infine, le coppie Faenza-Macelloni e Stella-Rizzo volgono lo sguardo verso il dongiovanni sempiterno insito nel premier che, in gioventù, conquista donzelle inarrivabili per i suoi coetanei e, in vecchiaia, punta sulle giovani Noemi Letizia, Patrizia D'Addario e Ruby.
Videocracy si concentrava sul fatto che Silvio Berlusconi rappresenta l'incarnazione dell'idea chein tv, e più in generale nella società, basta apparire, indipendentemente da ciò che si fa: un'ideologia che arriva in Italia con l'istituzione della televisione privata. A tal scopo, il regista italo-argentino Gandini seguiva da vicino il business dello star system italiano, legato a personaggi come Lele Mora e Fabrizio Corona, fieri sostenitori del Cavaliere.
Il film documentario Silvio Forever, invece, è una sequenza incalzante di Berlusconi show che, da sempre, si concentra sulla costante esaltazione della sua immagine - a tal proposito, si veda il mausoleo funerario di Arcore in stile assiro-milanese a cui è dato ampio spazio nella pellicola - e che risulta essere l'unico modo possibile per dipingere tout court la nascita e lo sviluppo del berlusconismo in Italia, un fenomeno che, ormai, va al di là della figura di Silvio Berlusconi in sé.