Cosa resta della campagna Usa?

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Dopo le tumultuose elezioni di medio termine che hanno avuto luogo il 2 novembre 2010, pubblichiamo un approfondimento relativo a un esempio significativo della sfida tra Democratici e Repubblicani: lo scontro tra Harry Reid e Sharron Angle nello stato del Nevada.

LA SITUAZIONE ATTUALE - Il risultato delle elezioni di mid term non si è discostato dalle previsioni, con il mantenimento del Senato a maggioranza democratica e la perdita della House of Representatives. Ha messo anzi Obama nelle condizioni di non dover gestire il peso di una sconfitta completa. Tra le cause di questo passo indietro, la delicata congiuntura economica, che non gli ha permesso di mantenere le promesse di un cambiamento radicale. Nonostante i tentativi coraggiosi in campo sanitario, rimane un 10% di disoccupazione che spaventa e riduce le aspettative del ceto medio. A ciò si può aggiungere un naturale calo di consensi da parte dell'elettorato verso il candidato in carica.

LE PREVISIONI - La cronista del Washington Post Karen Tumulty, aveva già messo in chiaro che la disfatta ci sarebbe stata e che se ne sarebbe dovuta semplicemente misurare l'estensione. Un indebolimento del genere accade spesso: giusto per citare esempi recenti, si era già verificato sotto le presidenze Bush e Clinton. Rispetto a questo fenomeno, Steven M. Gillon, che insegna Storia moderna dell'America all’Università dell’Oklahoma, aveva affermato giorni fa sul New York Times che «se i repubblicani conquistano il Congresso, le possibilità per Barack Obama di vincere con facilità le elezioni del 2012 diventano maggiori». Invece, attualmente il rischio che si prospetta è quello di una paralisi istituzionale, a meno ché il presidente non riesca a gestire una brillante mediazione con i suoi avversari.

LA SFIDA REID - ANGLE - A rimanere impressa, nel collegio senatoriale dello stato del Nevada, la sfida all'ultimo sangue tra il senatore democratico Harry Reid, classe 1939, di lunga esperienza, e la sfidante Sharron Angle a rappresentare il Tea Party. Inaspettatamente questa candidata è riuscita a mantenere alta la testa, nonostante, sulla carta, vi fosse una netta asimmetria di consensi. Si è avuto invece un duello praticamente alla pari, che ha lasciato sospeso fino all'ultimo l'esito finale di questo confronto. In situazioni del genere, risulta chiaro quale peso possa avere la comunicazione elettorale oltreoceano, anche per le modalità con cui essa si svolge. Entrambi i siti dei candidati hanno presentato video incandescenti nei confronti della parte avversa. La Angle ha attaccato Reid, in modo veemente, sulla spesa sociale per la sicurezza, arrivando a stigmatizzarne l'operato, a suo avviso a vantaggio dei molestatori di bambini e degli immigrati irregolari. Reid le ha rinfacciato di essere a favore di un incremento della violenza privata a seguito dei tagli che vorrebbe perseguire nel settore della sicurezza. Ha inoltre criticato la sua affermazione secondo la quale le vittime di stupri dovrebbero essere costrette a partorire. In sintesi, la Angle ha individuato nei democratici i responsabili di crisi, disoccupazione, incapacità di gestione dei problemi sociali, dilapidazione di denaro pubblico. E spesso, nei suoi video, la figura di Harry Reid è stata associata a quella di Obama, con il chiaro obiettivo di estendere all'intero establishment in carica le critiche indirizzabili al suo avversario. Il senatore democratico ha difeso invece le sue posizioni sostenendo l'incoerenza del programma della Angle in materia sociale e sanitaria, sintetizzandolo in una parola: "Nothing".

Incuriosisce, nei video di entrambe le parti, la nota a margine "pagato dagli amici di ...". Chi sono costoro? Non sempre è facile individuarli con certezza, vista la grande ressa di soggetti in cerca di visibilità mediatica. Anche i piccoli gruppi possono essere determinanti se decidono di sostenere o meno un candidato. Per di più, non tutti sanno che, secondo una decisione della Suprema Corte del 21 gennaio scorso, non si possono porre limiti al finanziamento di trasmissioni indipendenti di campagna elettorale, in virtù del Primo Emendamento della Costituzione americana. Il caso si è posto a seguito del divieto di trasmissione, da parte della Federal Election Commission, di "Hillary: The Movie" un documentario dai contenuti critici della Clinton. Era stato realizzato dalla corporation no profit "Citizen United", di orientamento conservatore e non poté essere proiettato nei 30 giorni prima delle primarie democratiche del 2008, in virtù del Bipartisan Campaign Reform Act of 2002. Ma al momento, la strada per i fundraiser più accaniti ed astuti nell'arte di eclissarsi sembra spianata.

di Massimiliano Nespola