Di seguito vengono illustrati i primi risultati ottenuti dalla ricerca svolta dal gruppo Offerta dell’osservatorio Mediamonitor Politica sulle ultime elezioni regionali svoltesi nel Lazio. I dati sono naturalmente ancora in corso di elaborazione e andranno completati con i risultati ottenuti dal gruppo Ricezione, che ha analizzato la campagna elettorale dalla parte dei cittadini.
La ricerca sulle recenti Elezioni Regionali nel Lazio si è focalizzata sugli articoli riguardanti le due candidate (Emma Bonino per il centrosinistra e Renata Polverini per il centrodestra) presenti sulle seguenti testate: laRepubblica, limitatamente alla sezione Roma, Il Messaggero e Il Tempo, tradizionalmente considerati quotidiani piuttosto vicini alla realtà laziale, e romana in particolare. A queste sono stati aggiunti due free press, Metro e DNews, di cui però sono state considerate solo le sezioni locali. In totale, le testate considerate hanno pubblicato 362 articoli dedicati alle due candidate nei 30 giorni precedenti il voto del 28 marzo. Riguardo la distribuzione di questi articoli per quotidiano, Il Messaggero mostra una netta predominanza (con 145 articoli); significativo, però, è anche il dato ottenuto da laRepubblica che ottiene un risultato molto simile a quello de Il Tempo (78 a 76), nonostante siano stati considerati solo gli articoli presenti nella sezione “Cronaca di Roma”. Da sottolineare anche la differenza ottenuta dai due free press considerati: DNews, infatti, presenta quasi il triplo degli articoli presenti nella sezione locale di Metro (46 rispetto a 17). Inoltre, mentre la Repubblica(sezione Roma) ed Il Tempo appaiono perfettamente bilanciati tra l’attenzione dedicata alla candidata del centrodestra e quella del centrosinistra, ed Il Messaggero appare leggermente a favore della Polverini, sono soprattutto i due free press a mostrare risultati meno equilibrati, entrambi a favore della Polverini. Spostando l’attenzione ai temi trattati all’interno dei 362 articoli selezionati, emerge una netta predominanza dei temi legati alla questione dell’esclusione della lista del Pdl a Roma e provincia. Una simile distribuzione delle issues rende certamente possibile avanzare ipotesi “politiche” su una campagna giocata in modo preponderante su un nucleo di temi difficilmente riconducibile a uno dei due schieramenti, ma che ha innescato un processo inedito di “attivazione” dell’elettorato di centrodestra, chiamato a sostenere non più una candidata, una linea politica o un programma, ma il semplice “diritto” della coalizione al governo di esprimere un governatore per il Lazio. Più della metà dei temi principali di questi articoli si sono concentrati sulla questione del caos liste che ha monopolizzato la discussione la presenza degli argomenti che riguardano il territorio e che rappresenterebbero lo specifico della competizione regionale è certamente meno rilevante: appare interessante notare come il tema che sembra preoccupare di più sia il sistema sanitario, seguito da temi bioetici e relativi all’ambiente. Temi, inoltre, quelli riguardanti i discorsi bioetici o la famiglia che vengono affrontati negli articoli più attraverso una prospettiva nazionale che regionale, come se la candidata vincente avesse la possibilità di legiferare in materia. La centralità del “caos liste” nell’agenda mediale della scorsa campagna elettorale influisce indirettamente sulla catalogazione basata sulla distinzione tra political, policy, personal e campaign issues (Mazzoleni, 1991). In maniera abbastanza prevedibile, la focalizzazione della stampa sui temi “Organizzazione e gestione della campagna elettorale” e “Aspetti tecnici delle elezioni” contribuisce nel complesso ad una sovrarappresentazione delle campaign issues. In più della metà degli articoli esaminati (52,2%) il primo tema è, infatti, collocabile nell’ambito campaign. Seguono le political (23,8%) e, a breve distanza, le policy (20,8%). Le personal issues, declinabili in “Vita privata del candidato, esponente politico o leader” e “Qualità personali e attività professionali (extrapolitiche) del candidato” risultano invece generalmente trascurate (1,7%). La scelta di concentrare l’analisi esclusivamente agli articoli dedicati esplicitamente alle due candidate alla Regione Lazio (scelta che ha quindi tenuto fuori buona parte degli articoli dedicati al “caos liste”) è giustificata dall’ipotesi alla base della ricerca: la storia politica delle due competitors, infatti, rendeva plausibile l’idea che le candidate si potessero esprimere in maniera differente rispetto allo schieramento di cui erano portavoce, ma di cui – in nessuno dei due casi – erano diretta emanazione. Il tentativo, però, di ritrovare queste eventuali “dissonanze” apertamente sottolineate negli articoli della stampa ha mostrato che solo in 22 casi per la Bonino e in 20 per la Polverini si assiste a una chiara divergenza tra la posizione espressa dalle candidate e quella dello schieramento rappresentato o di altri soggetti politici e istituzionali. Le differenze hanno riguardato, sia per la Bonino che per la Polverini, il tema che ha dominato l’intera campagna elettorale, catalizzando letteralmente l’attenzione mediatica: il problema delle liste elettorali. Le altre issues che hanno confermato la nostra ipotesi sono relative al tema della “sanità” (tema particolarmente sentito nella regione Lazio) e, nel caso della Bonino, sul tema dell’“organizzazione e gestione della campagna elettorale” e, in misura meno marcata, su “famiglia e coppie di fatto”.