“Un partito di matti” titola il primo marzo “Il Giornale”, tradizionalmente considerato house organ della componente principale dell’attuale Popolo delle Libertà.
Il riferimento è all’imprevista polemica che ha scosso la corsa alle Regionali, con la possibilità di lasciare Renata Polverini priva dell’apporto fondamentale del maggiore partito nazionale della sua coalizione. Nell’incertezza della risoluzione del “caso”, è interessante sfogliare, nelle prime pagine del giornale di proprietà di Paolo Berlusconi, una efficace rappresentazione della “teoria del complotto”, che sembrerebbe essere stata ordita dai rappresentanti ancora in pista degli “apparati” dei due partiti teoricamente fusi da più di due anni nella nuova creatura politica di Silvio Berlusconi. Che, gridando all’ “errore da dilettanti”, si stringe alla sua candidata. Mai come in questa immagine, fermata su carta e lambita da un piccolo fiume d’inchiostro che porta la polemica contro quanto di burocratizzato e “solidificato” ormai appesantisce l’ex partito leggero d’Italia, risulta chiara la legittimazione di Renata Polverini a candidata alla Presidenza della Regione Lazio. Una candidata del leader, la cui estraneità alla coalizione di riferimento prende concretezza nel presunto complotto dei mandarini che, in nome di una logica di potere da Prima Repubblica (o da “manuale Cencelli"), mettono a repentaglio l’esito della sua corsa.