Le lacrime del Giaguaro

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Nella sua lunga e illuminante Presentazione all’opera di Murray Edelman, Gli usi simbolici della politica, Giorgio Fedel ci ricorda che “gli autori sono pressoché unanimi nel riconoscere che l’azione rituale è «simbolica» […] Infatti, l’azione rituale collega i mezzi e i fini non come causa e effetto (cioè, intrinsecamente), ma piuttosto in modo simile al collegamento che le parole del linguaggio naturale intrattengono con il loro significato. Il rito «significa», nella mente dei partecipanti e dei credenti, i suoi scopi come il termine «tavolo» significa tavolo, senza alcun nesso causale e intrinseco tra i due”. (Edelman 1987, p. 19).


Verso il Quirinale: la strana liturgia della presidenzializzazione

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La lettura dell’attuale fase politica come inizio di una fantomatica Terza Repubblica sembra essere messa fortemente in discussione dall’andamento dell’elezione presidenziale in corso. Il clima di opinione in cui si inserisce il voto delle Camere fa infatti pensare, piuttosto, a un colpo di coda della cosiddetta Seconda repubblica che nella sua età tarda consuma una definitiva vendetta sulla Prima. Questo corto-circuito corrisponde all’incrocio di due tendenze ormai consolidate nelle democrazie contemporanee: la mediatizzazione e la presidenzializzazione della politica.


Conoscere per Deliberare. Tv e sondaggi alla prova delle elezioni 2013

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Quale ruolo dell'informazione televisiva e dei sondaggi d'opinione in quella che per molti versi è stata una campagna eccezionale, e non solo per i risultati restituiti dalle urne?


DeZulueta@RadioSapienza

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«Bersani sta commettendo un grave errore: un partito politico che ha fatto campagna per i propri valori non deve aver paura di difendere questi valori come condizione per la scelta del candidato presidente». Così dichiara a Radio Sapienza Tana de Zulueta, giornalista, ex senatrice dell’Ulivo e dei DS. «“Garanzia” – aggiunge – non significa garantire un imputato in attesa di condanna».


Fassina@RadioSapienza

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“La visione di Bersani riflette la situazione reale delle cose: c’è una proposta di governo di cambiamento portata avanti da Bersani e dall’altra parte c’è un tentativo di ripiego, un governo PD-PDL paralizzato da forze politiche con visioni contrapposte e che non consentirebbe di risolvere i problemi concreti”. Così l’on. Stefano Fassina a Radio Sapienza a margine del convegno “C’è un futuro per le èlites politiche?” organizzato dal Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza.  


Il ritorno della videocrazia

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Neil Postman con il suo Amusing Ourselvest to Death nel 1985, Giovanni Sartori con Homo videns. Televisione e post-pensiero nel 1997 molto più che con il capitolo aggiuntivo sul “Videopotere” nella terza edizione del suo Elementi di teoria politica nel 1995, sono gli esempi più “classici” di come finissimi pensatori abbiano sancito la mutazione antropologica dell’uomo a partire dalla centralità del video.


Di movimenti, apriscatole e altre questioni sociologiche

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C’è molta sorpresa, all’indomani dell’elezione dei Presidenti di Camera e Senato, per l’eventualità che i voti che hanno portato Laura Boldrini e Pietro Grasso alla guida dei due rami del Parlamento provengano, anche in parte, dagli eletti del MoVimento 5 Stelle.


La trattativa Stato-Grillo

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Sabato 9 marzo Matteo Renzi, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha espresso posizioni di grandissimo buonsenso. Tranne una.


Non pensare al Grillo trionfante!

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Tra le cose che i progressisti americani possono fare per non permettere ai conservatori di averla vinta su tutto, secondo Geroge Lakoff, c’è una regola aurea che non viene quasi mai rispettata, in particolar modo dai progressisti di casa nostra: “ricordarsi di non pensare all’elefante. Se accettate il loro linguaggio e i loro framee vi limitate a controbattere, sarete sempre perdenti perché rafforzerete il loro punto di vista” (Lakoff, 2006, pp. 56-58).

 

È una regola che, anche nell’Italia del 2013, dimostra tutta la sua attualità, e su almeno due piani distinti.


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